INFRASTRUTTURA

Dal 1 gennaio la California proibirà la tariffazione al minuto alle colonnine di ricarica

La nuova norma renderà gli schermi delle colonnine più simile alle pompe di carburante, con indicazione del prezzo al kWh, quantità di elettricità erogata e spesa corrispondente alla ricarica

Un emendamento alla normativa in vigore in California proibirà ad utility e alle aziende che gestiscono reti di ricarica di fatturare al minuto l’elettricità erogata ai veicoli elettrici. La misura entrerà in vigore dopodomani, 1 gennaio 2020, dopo essere stata approvata il 16 dicembre scorso dai legislatori di Sacramento.

Con i provvedimento il regolatore si muove in modo da fornire a tutti i proprietari di veicoli elettrici l’accesso allo stesso tipo di informazioni che sono attualmente disponibili ai consumatori che guidano altri veicoli tradizionali.

Così sugli impianti dovrà essere indicata chiaramente la capacità della colonnina, il prezzo dell’elettricità al kWh e l’aggiornamento in tempo reale dei kWh erogati, come sullo schermo di una pompa di carburante fossile.

L’adeguamento sarà peraltro flessibile, visto che la norma si applicherà alle colonnine AC installate a partire dal 2021 ed alle postazioni veloci o ultra-veloci in corrente continua a partire solo dal 2023. Gli impianti già esistenti presenti in California dovranno essere messi a norma entro il 2031 nel caso delle colonnine AC e solo nel 2033 per le postazioni DC.

Malgrado non appaia che si cerchi di metter loro fretta, gli operatori delle stazioni di ricarica si sono opposti all’entrata in vigore della modifica, sostenendo coi regolatori di vendere un servizio e non la mera elettricità. Le spese di collegamento, di sosta e/o di attesa, nel caso la vettura resti collegata dopo l’erogazione dell’energia, secondo Electrify America, Chargepoint e tutti gli altri gruppi, si aggiungono in modo sostanziale al prezzo dell’elettricità finale.

Ma i loro argomenti non sono stati recepiti e quindi (a parte Tesla che già fattura al kWh) dovranno adattare i loro terminali e piattaforme all’emendamento. Ma questo non vuol dire che la querelle sia terminata per chi guida veicoli elettrici altrove.

In effetti la cosa ha creato discussioni anche tra gli automobilisti europei, in particolare in Francia, dove la rete veloce autostradale Corri-Door quest’anno è stata oggetto di furibondi scambi di post e messaggi, con oggetto i disservizi in particolare verificatisi durante l’estate più calda dei tempi recenti ed i prezzi alti.

Izivia, la filiale del gruppo EDF che la gestisce, a tratti aveva dato segni di cedimento sull’idea di tariffare al kWh invece che come ora a tranche di 5 minuti l’una, giustificate sempre col volere assicurare una rotazione rapida alle colonnine, scoraggiando con questa formula chi se la prende comoda anche quando le celle sono ormai piene di elettricità.

Ma la nuova legge LOM sulle nuove forme di mobilità pubblicata alla vigilia di Natale, che aveva preso in esame di inserire accanto a normative ed agevolazioni per micro-mobilità, veicoli elettrici e a guida autonoma anche l’idea della fatturazione al kWh, alla fine ha finito per cedere alla logica degli operatori.

Scorrendo il testo approvato si trova inserita nell’articolo 23 una chiarificazione che sembra fotocopiata dagli argomenti dei gruppi americani di fronte ai legislatori della California per sostenere la tariffazione al minuto alle colonnine di ricarica: “questa attività non costituisce una fornitura di elettricità ma una prestazione di servizi”.

Di soluzioni per mettere a proprio agio gli automobilisti durante la ricarica come ad una pompa di benzina non si fa più cenno. Insomma per la trasparenza e la convenienza, almeno guardando ad altri settori come la telefonia mobile, forse i clienti delle auto elettriche europee dovranno aspettare che a Bruxelles o a Strasburgo qualcuno armato di buona volontà cominci ad occuparsene.

Anche se la stessa tariffazione al kWh, seppure molto più chiara, non è una garanzia assoluta. Infatti il principale gruppo delle stazioni di ricarica italiano, ENEL X, già offre l’app con pagamento con questa soluzione e tutto impacchettato con grande chiarezza.

Ma purtroppo anche a prezzi piuttosto salati, se paragonati al costo dell’energia elettrica casalinga, forse con la poco celata idea di spingere così la clientela verso formule di abbonamento. E non diversamente si presenta la situazione per l’offerta di altri gruppi.

Per gli italiani che si affacciano ora nel settore delle auto elettriche pure, man mano la diffusione delle colonnine cresce e man mano la gamma di modelli sfoggia sempre più alternative che non fanno temere di restare a piedi, misurarsi con i prezzi delle ricariche (escluse le postazioni o wallbox del garage o del posto auto) sembra affacciarsi come uno degli ostacoli all’automobilista a zero emissioni degli Anni ’20.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Electrify America