I richiami dei veicoli elettrici in Cina a quota 33.281 nei primi mesi del 2019
Secondo i dati del ministero dell’Industria, i richiami di veicoli elettrici in Cina hanno avuto come causa le batterie nel 19% dei casi (ma non per i modelli di Tesla e BMW chiamati in questione)
Il primo mercato del globo per le vendite di veicoli elettrici (923.000 quelli venduti a fine novembre 2019 malgrado la stagnazione) è anche quello con il numero maggiore di richiami che interessano mezzi spinti da batterie di trazione, come inevitabile. Il regolatore cinese nel 2019 ha obbligato le case nazionali ed estere finora a richiamare 33.281 veicoli con la presa, e un dato interessante è quello che riguarda l’incidenza di problemi alle batterie, circa il 19%.
Tra i nove gruppi della manifattura ce ne sono due internazionali, Tesla e BMW, quattro nazionali, NIO, BAIC BJEV, Chery Automobile e Dongfeng, più tre case che producono autobus, pressoché sconosciute in occidente: Zhengzhou Yutong Bus, Nanjing Golden Dragon Bus e Harbin Tonglian Bus.

Un milione di veicoli elettrici venduti l’anno comporta un numero di richiami rilevante, come si evince dai numeri diffusi dal ministero cinese dell’Industria e dell’Informatica (credito tabella: @DKurac su dati MIIT)
Alcuni dei 6.217 veicoli con problemi alla batteria erano autobus. Tra i veicoli leggeri a creare la necessità di interventi in officina sono stati i moduli di 1.389 minivan Weiwang 407EV prodotti nel 2018 dal gruppo pechinese BAIC/BJEV e 4.803 SUV NIO ES8, anche questi prodotti lo scorso anno, il che ha lasciato dormire sonni tranquilli alla clientela che guida le versioni più recenti, dotate di celle CATL con chimica NCM811.
La necessità di evitare i problemi di surriscaldamento che possono portare fino ai temuti fenomeni di thermal runaway appare quindi un punto debole per un numero tutto sommato molto ridotto dell’intera produzione venduta in Cina.
Ma un rischio da tenere sempre sotto controllo: alle batterie risaliva la causa del 58% degli incendi verificatisi a 96 veicoli con la presa nel primi sette mesi del 2019, con collisioni che hanno provocato rotture al pacco batterie nel 19% dei casi.
Sul mercato cinese i richiami che hanno interessato veicoli elettrici importati hanno riguardato Tesla Model S (14.123 richiamate per un problema agli airbag) e 45 BMW i3, col powertrain che necessitava di interventi. Non è bastato a due protagonisti della scena automotive cinese però sfuggire dalla tagliola dei richiami per le loro creature elettriche per non indurle a cercare delle opzioni per contenere i costi in tempi difficili.
Alla vigilia di Natale due dei grandi gruppi statali cinesi hanno infatti deciso di stringere una collaborazione strategica che riguarderà settori dove gli investimenti necessari per essere protagonisti sono elevati (come batterie e guida autonoma) e il rischio di arrivare a utili in ritardo alto (come i servizi di condivisione sempre graditi alla clientela cinese).
L’alleanza tra SAIC Motor Corp. Ltd. e GAC (Guangzhou Automobile Group Co.) Ltd. è una operazione che riguarda due partner in grado di controllare nel complesso un terzo del primo mercato globale. Il nuovo rapporto sembra equilibrato anche dal punto di vista geografico perché mette insieme due partner che hanno sede rispettivamente a Shanghai e sul Delta del Fiume delle Perle coprendo le aree più dinamiche della Cina.
Inoltre anche le rispettive alleanze con gruppi occidentali (Volkswagen e General Motors per SAIC, i principali marchi giapponesi per GAC Motor) sono ben miscelate e in grado di fornire una distribuzione ragionevole sia di collaborazioni tecnologiche che di modelli in grado di mantenere stabili ricavi ed utili fino al momento in cui la stagnazione del mercato cinese sarà alle spalle.