AUTO21

Tutti ci mettono la firma quando si tratta dei nuovi “chip” al carburo di silicio

Tutti ci mettono la firma quando si tratta dei nuovi "chip" al carburo di silicio
ZF Friedrichshafen e Cree svilupperanno prodotti per l’auto elettrica unendosi alla corsa verso la tecnologia del carburo di silicio, preziosa per i nuovi sistemi: dagli inverter ai caricabatteria

Si è appena rafforzata la collaborazione tra la tedesca ZF Friedrichshafen AG e l’americana Cree Inc. per sviluppare power unit per la mobilità elettrica ancora più efficienti e produttive. Nella nota diffusa dall’azienda europea si sottolinea che il contributo del partner sarà particolarmente prezioso per il know-how che detiene riguardo ai chip realizzati in carburo di silicio.

La divisione E-Mobility di ZF e Cree attraverso la sua divisione Wolfspeed (rappresentate al momento della firma da Jörg Grotendorst e Gregg Lowe) contano di aumentare l’attrattiva in particolare di componenti chiave per l’efficienza e l’autonomia dei veicoli elettrici come gli inverter, dando il via a una linea di prodotti sviluppati insieme dal 2022.

Si tratta di dispositivi che nella transizione in corso tra la tradizionale tecnologia basata sul silicio e quella più recente che fa ricorso al carburo di silicio hanno fatto significativi passi avanti con l’adozione di MOSFET SiC (silicon-carbide). Secondo alcuni addetti ai lavori dal passaggio ai MOSFET in carburo di silicio la clientela delle auto elettriche si può attendere miglioramenti nell’autonomia compresi tra il 5 ed il 10%.

Questo spiega perché ci sia interesse per protagonisti come Cree stessa, che ha già stretto rapporti in questo settore con Delphi per una importante collaborazione di fornitura, mentre i gruppi globali come Bosch, STM, Infineon, e gli specializzati come Rohm Semiconductor hanno visto nella tecnologia SiC sostanziali opportunità di crescita.

I semiconduttori in carburo di silicio hanno una forza del campo elettrico che è quasi dieci volte quella dei chip in silicio: 2,8 MV/cm contro 0,3MV/cm. Questa qualità e la robustezza del materiale consentono di impiegare con sicurezza strati molto più sottili di quelli in solo silicio, riducendo la superficie di resistenza del componente e con conseguente beneficio nella riduzione delle perdite, sia in fase di commutazione che in fase di conduzione.

Quello delle perdite di commutazione è un tema critico nel sempre più sofisticato mondo dei veicoli elettrici, perché oggi le esigenze di miniaturizzazione sono parallele a quelle dei chip dei circuiti che debbono essere controllati ad alte frequenze di commutazione.

I semiconduttori in silicio sono limitati dal loro carico termico alle alte frequenze, mentre la capacità dei MOSFET in carburo di silicio che hanno caratteristiche di commutazione a elevatissime frequenze si presta ad assecondare le attuali esigenze dei vari settori automotive.

In un articolo su eeNewsAutomotive, Aly Mashaly metteva a confronto il materiale basato sul silicio e quello sul carburo di silicio in un converter DC/DC, che trasforma l’alto voltaggio di una batteria in quello necessario a un impianto 12 volt. Nel caso dei transistor al silicio IGBT la frequenza giunge alla soglia di 25 kHz, mentre coi MOSFET SiC la frequenza possibile per la commutazione è 160 kHz. La taglia del chip necessario nel sistema si riduce di un quarto, il peso da 7 chili scende a poco meno di 1, mentre il volume di 8.755 cc cala a 1.350 cc.

Se gli inverter appaiono essere i componenti che più attirano l’attenzione come candidati a montare MOSFET in carburo di silicio, nei veicoli elettrici sono molti i componenti che potranno beneficiare di questa tecnologia. Probabilmente si diffonderanno con rapidità per migliorare le prestazioni dei caricabatteria imbarcati senza peggiorarne ingombri e peso, mentre un altro campo dal grande potenziale è quello dei sistemi di ricarica wireless.

Peraltro appare allungarsi la lista dei componenti che potranno beneficiarne, inclusi i veicoli convenzionali: MOSFET in tradizionale silicio sono usati sui sistemi di controllo della trazione, e modelli attenti al peso come quelli sportivi potrebbero essere tra i primi nei quali i costruttori decideranno di passare a MOSFET SiC.


Credito foto di apertura: ufficio stampa ZF Friedrichshafen AG
Exit mobile version