Nel terzo trimestre 2019 Tesla vede un bilancio in nero e le azioni diventano rosso fuoco
Nel terzo trimestre 2019 Tesla ha guadagnato $143 milioni, mentre i ricavi restano sostanzialmente stabili a $6,35 miliardi, e soprattutto il margine lordo del periodo migliora al 22,8% (dal 18,9%)
Il terzo trimestre per Tesla sta diventando quasi un periodo ricorrente di festa: dopo che nel trimestre precedente aveva perso $408 milioni, Elon Musk aveva indicato la sua speranza di portarsi in pareggio. Invece nel terzo trimestre 2019 Tesla ieri sera ha fatto persino meglio, annunciando un profitto, come era avvenuto nello stesso periodo 2018.
I risultati hanno compreso $0,80 di profitto per azione, rispetto ai risultati ancora migliori del 2018 che avevano visto un profitto di $1,82. Ma se i tempi non sono stati di vacche grasse quanto nel corso del 2018, hanno però battuto e ampiamente le aspettative degli analisti di Wall Street.
Nelle ore precedenti infatti come aveva riferito l’agenzia Reuters, gli analisti interpellati dalla società Refinitiv in media ipotizzavano una perdita di $0,42 per azione, mentre FactSet citata dal sito finanziario Marketwatch prevedeva una perdita di $0,46 ad azione e altri istituti segnalavano previsioni analoghi. Nei primi due trimestri del 2019 l’annuncio dei risultati era andato oltre le attese in peggio, questa volta al contrario oltre le attese in meglio.
Non solo il profitto per azione invia segnali positivi: il margine operativo lordo dell’azienda di Palo Alto è passato al 22,8% dal 18,9% che era stato fatto registrare nel periodo precedente. Il free cash flow, che insieme al margine operativo lordo è considerato uno degli indicatori affidabili della buona salute di una società si è assestato a $371 milioni. Complessivamente il cash sul quale Tesla può contare è salito a $5,3 miliardi.
I ricavi dell’azienda sono stati in linea con le aspettative degli analisti a $6,3 miliardi, un soffio meno che i $6,35 del secondo trimestre ed un calo del 7,5% su base annua. Che siano venuti a galla profitti in una fase in cui i ricavi sono stabili rispetto ad un trimestre precedente di analoghi ricavi ma con perdite a bilancio appare un segnale che agli annunci di ridimensionamento dei costi sono seguiti atti di una efficacia sostanziale. E anche brutale: come il taglio alla forza lavoro del 7%, che ha riguardato soprattutto personale periferico e delle sedi esterne.
Ma quello è il genere di notizie che piace a Wall Street, forse al di là dei pur positivi profitti. In effetti finora le reazioni positive o negative erano sempre e solo state legate all’espansione della capacità produttiva della sola fabbrica di Fremont. Ma ormai Tesla sta diventando una società automotive come le altre (anche se il suo numero uno Elon Musk come tutti gli altri non lo è).
Ovvero sta cominciando a proporre risultati anche coi prezzi medi della gamma che scendono, da quando vende la media Model 3, risultati che sono in funzione di razionalizzazioni e di miglioramenti delle efficienze. Efficienze che adesso consentono a Tesla di scrivere nella nota per gli investitori che il crossover Model Y arriverà con un certo anticipo sui mercati, a primavera 2020.
Se il terzo trimestre dello scorso anno era stato molto positivo e positivo il terzo trimestre 2019 Tesla affronterò il prossimo periodo con una sostanziale differenza rispetto al 2018. Una differenza che ha un nome: Cina.
Oltre ad avere consegnato nel trimestre appena concluso 10.542 vetture secondo i dati della società di consulenza LMC Automotive, nella zona franca di Lingang sta sorgendo a tempo di record la seconda fabbrica, definitivamente confermata solo nell’estate 2018. Una volta avviata la produzione, per Tesla diventerà molto più facile migliorare anche i suoi ricavi su base globale.
L’avvio della produzione sarà un po’ tardi per aiutare significativamente Tesla ad arrivare al traguardo postosi di immatricolare tra 360.000 e 400.000 veicoli nel 2019. Per raggiungere la soglia più bassa, della quale in conference call stanotte Musk si è detto sicuro, a Tesla occorrerà produrre 105.000 auto nell’ultimo trimestre.
Ma questo è già il prossimo obiettivo. Nel frattempo in borsa le azioni Tesla sono salite quasi del 20% in after-hours, arrivando a sfiorare quota $300 che non vedevano dallo scorso febbraio. Ieri alla chiusura il calo annuale del titolo era di circa il 23%.