BATTERIE

La Commissione Europea apre un fascicolo sugli aiuti di stato ungheresi a Samsung SDI

Sotto la lente di ingrandimento i sussidi che il governo del primo ministro Viktor Orban ha concesso alla società coreana Samsung SDI per l’espansione della sue fabbrica di celle a Goed

La Commissione Europea ha aperto un fascicolo per scoprire se il supporto pubblico deciso dal governo ungherese per l’espansione della fabbrica di celle installata nella città di Goed sia in linea con le normative continentali sugli aiuti di stato.

La fabbrica, di proprietà del gruppo coreano Samsung SDI, ha ricevuto €108 milioni che sono confluiti negli investimenti necessari per aumentare la capacità produttiva a fronte della domanda crescente di batterie proveniente dai gruppi auto europei.

Il commissario europeo alla Competizione Margrethe Vestager ha dichiarato nella nota ufficiale: “l’investimento pubblico è importante per promuovere la crescita economica nelle regioni svantaggiate d’Europa. Ma il sostegno pubblico non dovrebbe essere accordato che quando è necessario per avviare l’investimento privato nella regione svantaggiata toccata. Altrimenti conferisce soltanto al beneficiario un vantaggio ingiusto sui suoi concorrenti, a spese dei contribuenti“.

Samsung SDI è uno dei tre player coreani delle batterie che stanno investendo nell’Europa orientale (Ungheria e Polonia) per potenziare la capacità produttiva di celle, insieme a LG Chem ed SK Innovation. Altri produttori asiatici come le cinesi CATL e Farasis preferiscono invece investire in Germania, più vicino agli impianti delle case auto.

Samsung SDI investirà circa €1,2 miliardi nella fabbrica di celle a Goed, dove attualmente afferma di produrre i componenti necessari per circa 50.000 veicoli elettrici l’anno. Il piano di espansione è iniziato a fine 2017 e il governo ungherese ha informato la Commissione Europea del proprio piano da €108 milioni di aiuti nel corso del 2018.

Le norme dell’Unione Europea consentono agli stati membri di sostenere regioni particolarmente svantaggiate nel loro ritmo di crescita economica per favorire la coesione tra le varie aree del mercato unico continentale.

Ma le misure disposte dai singoli governi devono ottemperare ad alcune condizioni. Tra queste l’incentivare l’investimento privato tenendo la partecipazione pubblica al minimo necessario.

Inoltre devono anche evitare che l’aiuto ad una regione non avvenga in modo sleale danneggiando l’economia di un’altra regione, così come i sussidi pubblici possano determinare uno spostamento dell’attività di un settore da un’altra regione di uno stato membro.

L’ultima condizione non sembra un problema, considerato che la produzione di celle per batterie di auto elettriche in Europa finora era limitata a pochi MW di capacità. Potrebbe essere invece un ostacolo e una violazione delle linee guida il fatto che, considerata l’offerta attuale e la domanda da parte dei gruppi auto, Samsung SDI avrebbe comunque deciso di investire nell’espansione della fabbrica di celle a Goed. Ovvero anche senza sostegno e sussidi pubblici da parte di Budapest.

In attesa di sapere come finirà la procedura di investigazione di Bruxelles, va notato che gli aiuti di stato nel settore delle batterie non sono poco graditi alle istituzioni comunitarie a prescindere. Al contrario va ricordato che proprio la Commissione, e soprattutto il vicepresidente Maros Sefcovic nel corso del loro mandato da poco concluso hanno fatto molti sforzi proprio per avviare un programma europeo di produzione di celle.

Da poche settimane i ministri tedesco Peter Altmaier e francese Bruno Le Maire hanno confermato che il primo consorzio franco-tedesco (formato tra gli altri da PSA e Saft), avrà pronto un impianto pilota in attività in Aquitania entro pochi mesi, a cui seguirà una sede operativa in Francia nel 2022 ed una seconda in Germania nel 2024.

Il ministro tedesco ha convinto Bruxelles ad esentare chi opera in questo settore strategico dalle restrizioni convenzionali sugli aiuti di stato, perché si tratta di una attività fondamentale per lo sviluppo della futura manifattura e tecnologia continentale.

I due commissari europei competenti, Sefcovic e Vestager, non hanno pertanto messo paletti ai consorzi che stanno tentando di creare una filiera europea nelle batterie, un settore nel quale molti gruppi industriali erano intimoriti dalle dimensioni degli investimenti necessari e dai risicati margini, entrambi fattori che sussidi ed agevolazioni contribuiranno ad “addolcire”.

All’inizio del mese scorso il dicastero tedesco diretto da Altmaier aveva ufficializzato che il 4 settembre scorso rappresentanti di otto governi (Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia) e di una trentina di aziende europee hanno stabilito un programma di lavoro per la creazione di un secondo consorzio europeo per le batterie.


credito foto di apertura: sito web Samsung SDI