La scioccante parabola di NIO: da “Tesla rossa” al rischio di finire in “codice rosso”
Aumentano le perdite, peggiorano i ricavi nei conti del secondo trimestre: in estate i suoi SUV elettrici hanno fatto bene, ma con perdite di $4 milioni al giorno vedremo mai sportive come l’ET?
Non sono passati certo secoli da quando addetti ai lavori e stampa erano tentati di battezzare la startup cinese Weilai, meglio nota in Occidente come NIO, la Tesla cinese o la Tesla rossa. Per i nomi ed i partner che ha saputo coinvolgere fin dall’inizio si è proposta come una sostanziale pretendente a fare strada nel mondo della mobilità elettrica.
Purtroppo NIO si sta segnalando per la capacità di superare anche Tesla in uno degli aspetti peggiori: nelle perdite accumulate sui libri contabili. E in questo 2019 le cose peggiorano per l’azienda fondata nel 2014 per iniziativa di William Li e sostenuta tra gli altri dal colosso di internet Tencent. Nel secondo trimestre ha perso 3,3 miliardi di yuan ($482 milioni), oltre $4 milioni al giorno.
Anche per quanto riguarda i ricavi le cose non sono andate secondo le previsioni, con un declino del 7,5% rispetto al trimestre precedente, con la cifra ferma a 1,508 milioni di yuan ($219 milioni al cambio attuale). Anche il margine lordo è peggiorato dal -13,4% del trimestre gennaio-marzo al -33,4% del secondo.
Le consegne del secondo trimestre sono peggiorate rispetto al primo da 3.989 a 3.553, rispecchiando una fase nella quale il primo SUV realizzato, il sette posti ES8 è stato consegnato in 3.140 pezzi contro i 413 del SUV medio ES6. Proprio la fase iniziale della produzione del modello considerato da grandi numeri sembra aver pesato sui risultati complessivi del secondo trimestre.
Con la produzione dell’ES6 (che avviene presso il partner JAC Motor e non in impianti di proprietà), che si avvicina al pieno regime, secondo i dati della confindustria cinese dell’auto CPCA NIO ha consegnato ad agosto 2.796 unità, una crescita del 116% anno su anno ed una mese/mese dell’86,1%. Peraltro da gennaio ad agosto NIO è arrivata ad immatricolare 11.779 veicoli, il 348,7% rispetto all’anno precedente, anno in cui era partita la fase pre-serie e i veicoli demo, ma anche ben lontano dai 40.000 o più veicoli che NIO sperava di vendere già nel 2019.
I ritardi non sono una questione di produzione che non regge la domanda. L’azienda di Shanghai ha dovuto richiamare infatti circa 4.800 ES8, circa il 20% di quelli prodotti, con problemi che non hanno riguardato solo le batterie (con tanto di spettacolari immagini di vetture avvolte dal fumo) ma inizialmente anche il software.
I problemi si sono tradotti in una serie di riduzioni dell’organico che hanno spaziato dalla Cina alla Silicon Valley e nel rinvio del progetto di fare in casa, nella regione di Shanghai, i propri SUV elettrici e le future sportive come la ET Preview, vista in anteprima la scorsa primavera proprio al Salone della metropoli cinese e rinviata a tempi migliori.
Le ultime settimane non sono state sconfortanti dal punto di vista dell’attenzione della clientela, anzi sono state positive proprio mentre in Cina il mercato è molto difficile per vecchi e nuovi marchi. I due mesi estivi hanno risentito delle vendite in qualche modo distorte dallo scadere, a fine giugno, di incentivi che hanno indotto molti clienti ad anticipare i contratti per non perdere i benefici.
In questo mercato traballante NIO ha piazzato i suoi due SUV, ES 8 ed ES 6 nella Top 5 della classifica di vendite di veicoli elettrici delle startup, ovvero la classifica che non include i colossi storici (e in maggioranza a capitale pubblico) come ad esempio SAIC o BAIC. Ad agosto di NIO ES6 sono stati venduti 1.808 pezzi, secondo miglior risultato dopo il crossover Weima EX5 (2.175) e del più grande e costoso ES8 182 pezzi.
In luglio alle spalle dell’XPeng G3 (720 venduti) l’ES6 aveva ugualmente tenuto la seconda posizione con 659 consegnati. Se c’è una cosa di cui NIO ha bisogno come dell’aria è che il gradimento del pubblico per l’ES6 continui a crescere come avvenuto ad agosto (+174% rispetto al mese precedente).
Ma il mercato cinese per quanto riguarda le immatricolazioni di auto elettriche della case ultime arrivate come NIO e XPeng finora rispecchia invece oscillazioni anche fortissime. E purtroppo non offre solide garanzie che anche i prossimi mesi possono portare continuamente denaro fresco a una azienda dai conti così sotto pressione.
Intanto il corso azionario al NASDAQ dai $6,26 del momento del trionfale IPO (quando valeva quasi $12 miliardi) era sceso in pre-apertura, al momento in cui scriviamo, a $2,22 con una perdita al momento di oltre il 18%. La reazione della compagnia agli ultimi dati, quasi a confermare uno stato da codice rosso, è stata di cancellare la conference call con gli analisti dopo la pubblicazione dei risultati dell’ultimo trimestre.