A Francoforte la notte della ID.3 è l’alba della nuova Volkswagen, sempre più verde
Tra attesi fulmini anti-ambientalisti di Washington e inattesi strali dei gruppi neo-ludditi che non vogliono auto neanche a zero emissioni, Herbert Diess vara la rotta della nuova Volkswagen
Sono tempi instabili e complicati per chi dirige un gruppo auto, ed è difficile trovare una conferma migliore della serata che ha battezzato contemporaneamente il nuovo logo del gruppo e della marca Volkswagen e la presentazione della prima delle auto elettriche basate sulla piattaforma modulare MEB: ID.3.
Herbert Diess, che tiene il timone di Wolfsburg, mentre deve prestare attenzione alle pressioni oltre Atlantico che vorrebbero effettuasse una retromarcia sulla collaborazione con la verde California e quindi sulla produzione di auto elettriche per ridurre le emissioni, in Germania deve affrontare problemi opposti.
Un altro tipo di contestazione: quella di un’ondata di opinione tutt’altro che sparuta che è ormai esplicitamente anti-auto e che pare quasi considerare un dettaglio irrilevante che il veicolo abbia zero emissioni. O magari che un prodotto come ID.3 possa essere determinante per arrivare a centrare gli obiettivi fissati per il 2020 e 2021, come ha appena confermato un report della ONG ambientalista Transport & Environment.
Diess subito prima di partecipare al lancio della ID3, affidato nelle prime fasi ai responsabili di design e marketing della marca di Wolfsburg, si è misurato in un dibattito con la combattiva leader del gruppo no-auto “Sand im Getriebe” (“sabbia negli ingranaggi“) Tina Velo.
La Velo si era prefissa come obiettivo del confronto di “smascherare la falsa immagine verde nel dibattito con Diess“. Non è riuscita nel suo intento, ma neppure l’A.D. Volkswagen è riuscito a far breccia nella logica dell’interlocutore, in una sorta di dialogo tra sordi che non ha portato a sbocchi costruttivi.
Poi il manager ha raggiunto il sito della Volkswagen Group Night dove era appena stato presentato un nuovo marchio (ora più ascetico e più minimalista) per confermare la rotta più verde che si conosca finora nei piani industriali riguardanti una flotta a quattro ruote.
ID.3 sarà solo il primo di una famiglia che con le versioni di produzione anzitutto del SUV Crozz, e a seguire di Vizzion, Buzz, Roomzz ecc. prevederà quasi 70 nuovi modelli elettrici di tutti i marchi, per arrivare entro dieci anni a coprire una metà della gamma del gruppo.
Ieri Diess ha significativamente confermato che lo sforzo produttivo si tradurrà nel consegnare al cliente delle ID.3 un’auto “carbon neutral“, un impegno industriale ed economico rilevante che implica produzione dei componenti utilizzando energie rinnovabili. E laddove processi e tempi non lo consentono Volkswagen adotterà criteri compensativi delle emissioni: il primo in Asia con un intervento a favore della foresta pluviale del Borneo.
Sarà in seguito il cliente a poter mantenere minima l’impronta della propria mobilità quando sarà al volante. E in questo ambito hanno cominciato ad affacciarsi anche le opportunità di nuovi settori a cui il gruppo tedesco sta guardando: come la giovane divisione dell’energia rinnovabile Elli e la presentazione di un wallbox per i garage della clientela.
Ma Diess non ha perso l’occasione per fare anche richieste alla politica, che mai come in questo momento in Europa e Germania appare prestare orecchio alle istanze verdi. Sostenendo che il governo tedesco dovrebbe finire al più presto l’era dell’energia generata col carbone, archiviare il capitolo dei sussidi ai diesel ed incoraggiare con incentivi l’uso di mezzi elettrici anche per i ceti più disagiati, ad esempio supportando le ricariche per veicoli dai prezzi sotto i €20.000.
In una giornata come ieri che ha visto un gruppo Volkswagen ormai decisamente schierato all’avanguardia della manifattura sostenibile (salvo si voglia sostenere che la cosa sia un ossimoro e proporre soluzioni neo-luddite), era forse inevitabile che il momento del lancio della ID.3, a tre anni di distanza dall’esordio del concept a Parigi, apparisse più un mezzo che un fine nello show di Francoforte.
Le prime reazioni al lancio, comprese nello spirito della nuova Volkswagen hanno spesso teso a sottolineare che la versione base avrà prezzo inferiore a €30.000 e una batteria da 45 kWh per una autonomia fino a 330 chilometri con standard WLTP. Ma quella che potrebbe essere la versione in grado di richiamare realmente il successo popolare di Maggiolino e Golf in realtà non sarà disponibile che nel 2020.
Così l’attenzione si è spostata sulle versioni media e top, rispettivamente con batterie da 58 kWh e da 77 kWh, la prima delle quali spingerà la già esaurita versione lancio ID3 First i cui 33.000 pezzi hanno già tutti quanti la loro destinazione.
I primi entusiasti del nuovo corso verde Volkswagen avranno quindi a disposizione un mezzo leggermente più lungo della Golf (3 mm) e più largo (10 mm), con tratti che già cominciano a diventare familiari. Il team di design diretto da Klauss Bischoff potendo partire da un foglio bianco ha davvero fatto piazza pulita dei segni tipici delle auto convenzionali.
Il cofano è stato assorbito da un parabrezza e da un montante A lunghissimi e la mascherina è andata in pensione; a dare la cifra del muso è l’impiego dell’illuminotecnica: fari che guardano chi è fuori, tracce orizzontali usate come un PIN inattaccabile ma indispensabile per intendersi con la nuova creatura di Wolfsburg. Gli interni come il nuovo logo sono minimalisti e razionali, ma non francescani. Il veicolo verde del popolo del XXI secolo non sarà un veicolo da neo-ludditi.