BATTERIE

Adesso i produttori di celle per batterie coreani e giapponesi in Cina avranno porte aperte

Misura anti-protezionistica a sorpresa: Pechino ha annunciato che sarà abolita la lista di produttori di batterie per auto approvati, che finora aveva ammesso solo gruppi locali

In Cina mossa a sorpresa che avrà ripercussioni su tutta la catena globale della fornitura di batterie per veicoli elettrici. Nel corso dei mesi passati le autorità di Pechino avevano allentato le prescrizioni protezionistiche sulle fabbriche di auto, mandando in soffitta la norma decennale che prevedeva che i gruppi occidentali (o quelli dei vicini paesi asiatici) potessero gestire attività solo in joint-venture con soci locali.

La cancellazione della norma è già stata sfruttata dal gruppo BMW per rilevare il controllo del partenariato di lunga data siglato col gruppo Brilliance; inoltre con la possibilità di fare a meno di un socio, da alcuni mesi è iniziata nell’area di Shanghai la costruzione della fabbrica Tesla destinata a servire il primo mercato del pianeta e ad essere l’impianto leader per il prossimo crossover Model Y.

Finora però la Cina aveva salvaguardato gli interessi della manifattura nazionale di celle per batterie auto; il ministero dell’Industria stilava infatti una lista di produttori approvati. Nel 2015 la prima edizione del documento aveva fatto subito capire che si trattava di una misura destinata a proteggere le quote di vendita nazionali: i produttori coreani e giapponesi noti per la miglior qualità globale di celle non erano stati inseriti.

Oggi però il ministero dell’Industria, riferisce l’agenzia Reuters, ha annunciato che la lista sarà eliminata. Una scelta che di fatto apre il mercato principale delle auto a zero emissioni a giapponesi e coreani (e potenzialmente un giorno agli europei).

L’effetto più immediato sarà per gruppi come LG Chem, Samsung SDI e Panasonic, che già oggi hanno impianti in Cina ma che dovevano esportare la produzione su altri mercati. Ora invece potranno gradualmente vedere le proprie celle nei pacchi batterie di auto vendute localmente.

Nel frattempo i principali gruppi cinesi come CATL e Farasis hanno già aperto sedi in Europa, anche grazie al miglioramento della qualità del prodotto, spronate dalla più recente modulazione degli incentivi ai produttori.

Se agli esordi della corsa alla mobilità elettrica gli incentivi arrivavano a pioggia, da tempo ormai i fondi arrivano solo a chi produce celle in grado si supportare appropriate autonomie di impiego.

La mossa odierna appare una ulteriore contromisura cinese sullo scacchiere della guerra dei dazi avviata dalla Casa Bianca: Pechino a ogni stretta di Washington sta rispondendo aprendo a concorrenti delle imprese americane porte che erano prima chiuse.

Nelle passate settimane i vertici cinesi avevano rivolto la loro attenzione ai grandi gruppi auto tedeschi, muovendosi per consolidarne la presenza sul primo mercato asiatico, mentre la mossa sulle batterie per auto piacerà sicuramente in Giappone e Corea del Sud.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Nissan Motor Co.