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Dal 2022 partirà la produzione Bosch di tecnologia fuel cell su larga scala

La collaborazione tra Bosch e lo spin-off Volvo Powercell Sweden consentirà ai tedeschi di entrare nel nuovo settore, controbilanciando la contrazione della componentistica per le auto termiche

Accordo pronto tra Bosch e l’azienda specializzata Powercell Sweden: il colosso tedesco dell’automotive entra così nel mercato delle fuel cell per i veicoli passeggeri e commerciali. La tecnologia che converte idrogeno in elettricità ha convinto l’azienda della fornitura Tier1 a pagare un importo per il quale non basteranno i milioni di euro in cifra singola (ovvero da 10 in su), oltre a una cifra per la licenza di ogni pila a combustibile commercializzata.

Powercell è una piccola (60 dipendenti) azienda con sede a Göteborg, nata nel 2008 come spin-off del gruppo Volvo. Produce stack PEM, ovvero a membrana polimerica, che arrivano a 125 kilowatt e sono già stati montati su veicoli a scopo sperimentale e di sviluppo.

Con il supporto di Bosch la tecnologia sarà portata a maturazione e poi toccherà alla rete commerciale globale del gruppo tedesco collocarla con successo sul mercato, secondo le previsioni a partire dall’anno 2022.

Alla stampa specializzata tedesca un portavoce Bosch ha riferito che la produzione pre-serie è in via di varo in un sito tedesco, anche se non è ancora confermato che la linea a regime sfornerà pile a combustibile proprio in Germania. Peraltro non mancherebbero a Bosch siti candidati, con le sedi di Feuerbach, Homburg e Bamberg attualmente sotto stress per i timori sui livelli di produzione per i componenti dei motori termici, specialmente diesel.

A Feuerbach Bosch sta già procedendo con una produzione, in volumi per ora non enormi, di fuel cell SOFC ad ossido solido, in collaborazione con la società britannica Ceres Power, una tecnologia che riguarda anche il mercato stazionario oltre che applicazioni veicolari. Nel 2016 Nissan ha già provato una tecnologia SOFC in Brasile, bruciando etanolo invece di idrogeno.

Quanto ad applicazione potenziali, proprio come Powercell anche Bosch è già tra i partner tecnologici dell’americana Nikola Motor, che in America sta sviluppando mezzi commerciali con tecnologia fuel cell per le lunghe distanze, mentre si affiderà alle celle dei pacchi batterie per quelle brevi.

Al contrario di Nikola Motor, che svilupperà le due soluzioni in parallelo, la produzione Bosch di tecnologia fuel cell è accompagnata dallo scetticismo sulla partecipazione al cosiddetto Airbus delle batterie europeo, il polo produttivo col quale le istituzioni ed alcuni gruppi industriali (soprattutto franco-tedeschi) vogliono recuperare terreno e soprattutto quote produttive ai rivali asiatici.

Proprio ieri il quotidiano Frankfurt Allgemeine Zeitung ha pubblicato l’indiscrezione che il programma potrebbe partire con un polo produttivo in Germania ma appartenente al gruppo francese PSA, nella fabbrica Opel ormai in decadenza che sorge vicino a Kaiserslautern. Una notizia che non ha per ora fatto cambiare opinione a Bosch, che stima anzi per il 2030 una possibile quota globale del 20% di veicoli alimentati fuel cell


credito foto di apertura: ufficio stampa Robert Bosch Italia