AUTOMAZIONE

Waymo pronta a mettere in vendita i suoi sensori laser a corto raggio

Accelerare lo sviluppo della guida ad alta automazione si scontra ancora coi costi: dalla vendita di LiDAR come il suo  Laser Bear Honeycomb Waymo cerca ricavi ed economie di scala

Da erede del progetto della Google-car a produttrice e venditrice di sensori laser. Waymo sta sempre più ampliando la propria impronta nel settore della guida autonoma, e inizia a far intravedere alla capogruppo Alphabet dove: nei preziosi e costosi LiDAR c’è disponibile una fonte di ricavi (il che aiuta anche a capire a posteriori perché sull’argomento si fosse sviluppata un’aspra battaglia legale con Uber).

Ieri l’azienda californiana ha annunciato che i suoi LiDAR, usati sui robotaxi che stanno effettuando servizio sperimentale in Arizona oltre che su tutti i veicoli sperimentali, saranno disponibili anche per tutte le aziende che li vorranno utilizzare: dal settore robotico a quello dei droni.

Con i LiDAR, nati in ambito militare, delle prospezioni geologiche e di fotogrammetria, si possono misurare con estrema accuratezza gli scenari che circondano un veicolo dettagliandone mappe tridimensionali da integrare coi dati di altri sensori, come radar o telecamere, per far viaggiare mezzi autonomi con elevata sicurezza. Un ruolo ritenuto centrale la cui importanza è ammessa dalla maggior parte dei team che lavorano a sistemi autonomi ma con vistose eccezioni (Tesla, ad esempio).

Waymo dapprima sulle Google-car e negli ultimi anni sulle Chrysler Pacifica ibride ha sviluppato tre tipi di sensori: a breve, medio ed a lungo raggio. Per il momento il prodotto che Waymo intende commercializzare è il Laser Bear Honeycomb a corto raggio.

Si tratta di un dispositivo che ha un campo visivo verticale di 95°, ed un campo visivo orizzontale a 360°. Secondo il post dell’azienda americana con queste qualità sarebbe in grado di sostituire tre sensori laser  convenzionali impilati uno sopra l’altro.

Che Waymo metta in vendita per primo l’Honeycomb non è un dettaglio dal punto di vista del settore automotive. Il solo veicolo commercializzato finora con un sensore laser è l’ammiraglia Audi A8, che ha un LiDAR Valeo a corto raggio in grado (quando la normativa lo consentirà) di supportare a bassa velocità il computer di bordo nel controllare l’auto grazie alla funzionalità Traffic Jam Pilot.

Il Laser Bear Honeycomb ha un range zero, ovvero vede subito davanti al proprio “naso”, e quindi con le capacità di rivelazione di oggetti vicinissimi per provvedere all’evitamento è indicato per le applicazioni automotive a bassa velocità come quella proposta da Audi, che è considerata di Livello 3 SAE (controllo condizionale, suddiviso tra computer e guidatore ma con il secondo che deve essere in grado di subentrare rapidamente, ad esempio quando la coda a fisarmonica si esaurisce e il traffico riprende a scorrere).

Non è ancora chiaro quale sia il prezzo del Laser Bear Honeycomb, ma in base a precedenti conferenze e articoli di manager e ingegneri della divisione Alphabet sulla guida autonoma si può immaginare che si tratti di un sensore che nel giro di poco tempo possa avere un cartellino sui €4.000/€5.000. Il prezzo non è un dettaglio affatto per due motivi.

Il primo è che quello dei LiDAR è un settore ad alta concorrenza nel quale il tradizionale  primato dell’americana Velodyne è stato scosso da una esplosione di startup, alcune finanziate proprio da gruppi auto: come Luminar, Innoviz, Oryx Vision e Ouster, alcune delle quali non sono ancora pronte per la fase di commercializzazione. L’arrivo di nuovi prodotti concorrenziali, e di un protagonista della stazza di Waymo dovrebbe contribuire ad accelerarne il crollo dei prezzi e la diffusione.

Il secondo motivo che fanno del più costoso singolo componente di un dispositivo di guida autonoma un fattore è l’accesso di questi componenti ai programmi delle case auto. In questi giorni densi di notizie del Salone di Ginevra è passato quasi inosservata una intervista dell’amministratore delegato Peugeot Jean-Philippe Imparato ad Auto Express che conferma l’intenzione di PSA di rinviare di almeno un lustro l’idea di vendere auto a privati ad elevata automazione (Livello SAE 4 o 5).

Nessun cliente, secondo i manager del gruppo francese, è oggi disposto a pagare a partire da €15.000 per avere questa opzione. Sui marchi ci saranno però funzionalità fino al Livello SAE 3, come detto analoghe al Traffic Jam Pilot, e per la diffusione di questi sistemi il prezzo dei singoli componenti sarà determinante. Se in Avenue de la Grande Armée c’è un manager interessato, la pagina del Laser Bear Honeycomb si trova facilmente online.


Credito foto di apertura: sito web Waymo