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Le collaborazioni tra BMW e Daimler ormai sono un poker: la nuova è sulla guida autonoma

Obiettivo sviluppare sistemi autonomi comuni per la guida autostradale, e non sarà l’ultima forma di cooperazione ricercata dai due gruppi tedeschi sulla pressione degli investimenti in innovazione

Oggi una nota congiunta di BMW e Daimler ha confermato che i due gruppi tedeschi estenderanno le collaborazioni esistenti per mettere insieme le rispettive competenze e condividere i costi di sviluppo di una tecnologia della guida autonoma da portare insieme alla commercializzazione.

La collaborazione sarà stretta ma non a tutto campo, perché concentrata sulla tecnologia di guida autonoma classificata di Livello 3 e 4 SAE. Si tratta di due traguardi piuttosto diversi qualitativamente, perché il primo, nel quale la supervisione della guida e la responsabilità sono condivise tra automobilista e computer, si può considerare il più avanzato dei sistemi di assistenza alla guida ADAS.

Il Livello 4 SAE invece (che la nota stampa indica restrittivamente come guida automatica avanzata autostradale) comporta che i sistemi di bordo siano in grado di sostituirsi permanentemente al conducente in condizioni prestabilite, in certe condizioni meteo o di visibilità in siti quali appunto le autostrade o su strade prive di passaggi pedonali. Il tutto senza che ci sia mai bisogno per il guidatore fino alla destinazione di prestare attenzione per subentrare al computer.

A poche ore da annuncio che presentava le cinque joint venture attraverso le quali i due gruppi collaborano a molteplici settori dei servizi estesi di mobilità. Quello dei sistemi di guida autonoma (mercato che secondo gli analisti di Goldman Sachs decollerà da $3 miliardi di valore nel 2015 a $96 nel 2025) è il quarto settore in cui i due gruppi collaborano dopo appunto la mobilità ed la presenza comune nell’azionariato di Ionity (rete di ricarica ultra-veloce sulle reti autostradali) e Here Technologies (mappe tridimensionali).

Se il fulcro della nuova joint-venture sarà su sistemi per auto private per dotarle di dispositivi di guida ad alta automazione autostradale, nei progetti con Bosch la marca Mercedes-Benz sta collaborando a sviluppare applicazioni urbane per flotte di shuttle o robo-taxi, anche operate da società della mobilità. A sua volta BMW continuerà a collaborare con Mobileye ed Intel ad una collaborazione sulla guida autonoma (a cui ha aderito anche FCA) che prevede entro il 2021 di mettere in strada veicoli autonomi.

La svolta dalla rivalità alla collaborazione arriva in un contesto non casuale. Dopo sette anni di anni di margini più che lusinghieri, la spinta a mettere da parte rivalità e guardare alla sostenibilità dei conti per BMW e Daimler è sorta in modo sempre più prepotente nel 2018. Lo scorso anno però entrambi hanno dovuto emettere profit warning, Daimler per ben due volte.

La preoccupazione dello spalmare i costi e gli investimenti nell’innovazione sempre crescenti (l’ultimo annuncio di una serie senza fine è quello di ieri di Hyundai Motor) ha preso un gruppo come Volkswagen che pur in grado di spalmare il suo capex su 10.000.000 di pezzi venduti ha deciso di iniziare a collaborare con un altro generalista come Ford.

Per BMW e Daimler quei costi andrebbero a spalmarsi su cinque milioni di auto, il che lascia capire come i due amministratori delegati abbiano intenzione di lasciare aperta la porta ad eventuali altri gruppi desiderosi di unirsi a progetti in corso.

Intanto non mancano indiscrezioni che fanno pensare che la quarta collaborazione tra il gruppo svevo e quello bavarese non farà fermare i due neo-partner al poker ma li farà andare oltre. Come ha scritto il quotidiano finanziario Handelsblatt circa un mese fa, le aree più adatte a lanciare altre collaborazioni sono le batterie, la produzione negli Stati Uniti e il segmento delle compatte premium.

La fascia in cui si propongono al mercato Mercedes-Benz Classe A e le BMW Serie 1 e 2 una volta messa in comune potrebbe avvicinarsi ai volumi delle piattaforme della rivale Volkswagen e dei migliori marchi asiatici.

Le batterie sono un altro tema scottante, sia che si guardi ad accordi con attuali fornitori come CATL o SK Innovation (società che proprio oggi ha comunicato un investimento di $845 milioni nella sua seconda fabbrica di batterie ungherese) che potrebbero rendere più efficiente la filiera della fornitura, sia che si tratti di partecipare a consorzi europei, ai quali finora i due gruppi hanno guardato con un certo scetticismo.

Riguardo infine allo sviluppo delle rispettive presenze americane, specie considerate le incertezze sugli sviluppi di dazi transatlantici e guerre commerciali, la collaborazione tra gli stabilimenti del Tennessee e della Carolina del Sud sarebbero una contromisura efficace ad ostacoli politici alla produzione efficiente. La scommessa possibile oggi, a poche ore dalla conferma del nuovo partenariato tedesco sulla guida autonoma, è quale dei possibili scenari che si affacciano all’orizzonte si trasformerà per primo nel quinto accordo Daimler-BMW.


Credito foto di apertura: ufficio stampa BMW Group