Il concept QX Inspiration diventerà noto come “La Traviata” dei SUV elettrici?
Per il prototipo Infiniti un’edizione del Salone di Detroit indimenticabile: dal lancio con trabocchetto al riscatto con i premi ricevuti da EyesOnDesign per design, interni, materiali
Nel 1853 il Teatro La Fenice registrò uno dei più clamorosi fiaschi della lirica proprio al debutto di una delle opere più ammirate di sempre: La traviata. A Detroit nello scenario incomparabilmente meno saturo d’arte della Cobo Hall si è registrato un infortunio che deve aver fatto sentire il designer Karim Habib come Verdi a Venezia dopo la prima della sua creazione.
Il nuovo concept Infiniti QX Inspiration in effetti al momento giusto non è salito sul palco dove lo attendevano media ed addetti ai lavori. E tuttavia, proprio come nel caso della Traviata, potrebbe essere Habib a ritrovarsi nei panni di Verdi e avere l’ultima parola alla distanza.
Perché il concept elettrico della marca premium di Nissan ha molto da dire e non solo perché al contrario dei due riusciti studi su cui Habib ha recentemente lavorato, e nei quali ha fornito la dimostrazione di saper padroneggiare le forme classiche, stavolta pare destinato a diventare realtà in tempi brevi.
Come il leader del design di tutto il gruppo giapponese Alfonso Albaisa, Habib sta riuscendo a sposare in modo originale linee futuristiche e cifra nipponica. Habib ha un occhio sempre attento agli spunti che non siano necessariamente automotive, e i dettagli dei suoi concept si fanno sfuggire in dosi studiate pudiche corrispondenze amorose tra forme e materiali.
I fari in particolare, i sedili, e la console centrale sono un’eco dei giochi di forbici e intarsi che nelle abitazioni dell’arcipelago del Pacifico si prendono cura di tessuti, pannelli e di fogli di carta con cura artigianale.
Il risultato più spettacolare è forse stato ottenuto col soffitto con un effetto intrigante che esalta il cedro rosso (sugi) utilizzato. Il tutto influenzato dal concetto di accoglienza nipponico: omotenashi. Unico fattore sopra le righe nei riusciti interni le imbottiture, che richiamano più l’ospitalità opulenta di un Harry’s Bar che il rigore delle dimore giapponesi.
A Detroit non sono stati diffusi dati tecnici sul precursore del primo veicolo full electric della marca premium asiatica, che proprio nell’edizione precedente di questo Salone aveva annunciato l’elettrificazione della gamma.
Per ora viene richiesto a chi lo accosta da vicino per capirlo più a fondo di accontentarsi di sapere che si tratta di un modello impregnato di motivi che faranno parte dello stile della gamma a zero emissioni Infiniti.
Malgrado l’infortunio al momento del lancio, non solo gli interni sono stati apprezzati, ma lo sono state anche le scelte stilistiche complessive. Anche se è difficile credere che in produzione le portiere avranno la soluzione dell’apertura a libro, mentre c’è da sperare che siano conservate le forme con cui nel concept QX Inspiration è stato risolto il rebus del muso e sono state coniugate linea alta di cintura e superficie vetrata laterale.
L’inizio della riscossa per Habib & C. in effetti è già iniziato e proprio a Detroit, dove QX Inspiration è stato giudicato da EyesOnDesign miglior concept, “per il look nuovo e fresco che mostra straordinaria ricercatezza e semplicità“, veicolo coi migliori interni per la loro “vera ispirazione e funzionalità“, e premiato per l’innovativo uso di colori grafica e materiali, che “incarnano una moderno approccio ai materiali e conservano una tersa sensibilità giapponese“. Forse anche Verdi approverebbe.