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Accendete tutti gli schermi: sta per iniziare un altro show a Las Vegas

Meno novità per la clientela dei consumatori e più concept che vere auto al CES 2019, con veicoli autonomi da lavoro e shuttle urbani, tanta realtà virtuale ed aumentata

Passata da un pezzo l’epoca in cui era il festival mondiale dei televisori e dei frigoreri, il CES di Las Vegas da tempo sta trasformando la “C” del suo acronimo, che originariamente indicava il consumatore, nella parola concept. E tra i marchi che nella fiera del Nevada porteranno concept si segnalano in particolare nomi illustri dell’industria asiatica.

E non porteranno concept di nuove auto ma di veicoli dalla difficile definizione. Hyundai, che negli ultimi mesi ha già lanciato le sue novità elettriche e fuel cell, il 7 gennaio presenterà l’Elevate. Sviluppato da tecnologia dell’auto elettrica e della robotica presso il reparto avanzato Hyundai Cradle, il concept può muoversi grazie a zampe che invece che terminare con piedi sono dotate di ruote, in grado di accedere a spazi negati alle auto o ai SUV.

Honda, che nel 2018 aveva portato al CES i prototipi di quattro robot, quest’anno si è impegnata a dimostrare come uno dei quattro (3E-D18) possa operare nel mondo reale.  Con il veicolo battezzato Autonomous Work Vehicle per cominciare ha collaborato con vigili del fuoco e aziende del fotovoltaico, che lo hanno messo alla prova accanto al personale per trasportare attrezzature e materiali seguendo percorsi prefissati oppure lo staff.

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Il concept Elevate sarà presentato il 7 gennaio 2019 (credito immagine: ufficio stampa Hyundai Motor Italia)

Honda, presenterà anche una radicale evoluzione di un progetto già partito in California sulla ricarica smart delle auto elettriche. In collaborazione con WiTricity, società che ha fatto da battistrada nella ricarica wireless, i giapponesi vogliono sviluppare la collaborazione con le utility nella ricarica V2G (vehicle-to-grid), utile per compensare i picchi di domanda quando le rinnovabili non sono disponibili. Inutile dire che piazzole di parcheggio appositamente attrezzate sarebbero più facili da gestire per clientela e reti elettriche che colonnine col cavo.

Restando tra le marche asiatiche, Nissan non ha ancora confermato se durante il CES 2019 toglierà i veli alla attesissima Leaf con batteria dalla capacità maggiorata a 60 kWh. Ha invece confermato che a Las Vegas svelerà la propria visione di auto che aiuta i guidatori a vedere l’invisibile attraverso la fusione di realtà e mondo virtuale riprodotto da sensori e chip.

I2V (Invisible-to-Visible) è una tecnologia sviluppata all’interno della roadmap Nissan Intelligent Mobility per integrare le informazioni trasmesse dai sensori esterni ed interni al veicolo con i dati, ad esempio mappe o informazioni sul traffico, provenienti dal cloud, con l’obiettivo di rispondere nel traffico alla celebre domanda da talk show: “cosa c’è dietro l’angolo?”.

La coreana Kia al CES 2019 dimostrerà come le sue auto a guida autonoma di elevato Livello SAE sapranno interagire con le emozioni umane. Un simulatore darà agli ospiti dello stand un assaggio diretto di cosa potremo aspettarci da questa tecnologia. Grazie alla collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology il sistema dimostrerà come al riconoscimento di chiari segnali biologici di stanchezza o irritazione l’auto potrà prendere contromisure. Correndo ai ripari con l’impianto di condizionamento o quello audio.

Il 7 gennaio sarà la giornata di presentazione del P4, il veicolo che il Toyota Research Institute ha realizzato a partire dalla quinta generazione di Lexus LS per sviluppare i sistemi di guida autonoma Guardian e Chaffeur e che dalla primavera sarà costruito in piccola serie nel reparto sviluppo Toyota del Michigan.

Il dottor Gill Pratt, che dirige il TRI, nella sua presentazione si concentrerà sul Guardian. Non un dettaglio, visto che si tratta di sistemi ADAS avanzati mirati ad amplificare le capacità di chi siede alla guida piuttosto che a sostituirle, monitorando costantemente ambiente circostante e abitacolo per allertare o intervenire ove necessario.

Lo Chauffeur invece si riferisce a sistemi di autonomia di Livello SAE 4 e 5 nei quali l’essere umano sarà solo un passeggero, per arrivare ai quali Toyota non sembra avere fretta. E tuttavia, se si osserva il video dedicato al P4, si nota che in California non se ne stanno con le mano in mano anche su questo versante.

Alla piattaforma P4 (che ha un design curato dal centro stile Calty che sempre più mira a fondere i nuovi apparati con la linea dell’auto) sono state aggiunte altre due camere laterali e due nuovi sensori HDR per elaborazione di immagini anteriormente e posteriormente.

Anche i radar e i sensori laser (otto) che già arricchivano la terza generazione di veicoli autonomi giapponesi sono stati sviluppati ed integrati. E l’accresciuta potenza di calcolo è stata resa più efficiente: il bagagliaio ora è libero dalla selva di schede e fili che lo ingombrava nella prima versione, mentre l’energia richiesta ormai arriva tutta dalla batteria di trazione della ibrida giapponese.

Altre presenze asiatiche attese non mancano, e su una torneremo: la presentazione del primo modello definitivo ultimato da Byton. Se questa startup cinese conta molto su manager e fornitori tedeschi per fare bella figura a Las Vegas, proprio i tre marchi tedeschi premium non potevano mancare nell’evento-monstre del Nevada.

Partendo in ordine alfabetico, Audi, impegnata a mettere in moto la produzione delle E-tron a Bruxelles e a trasformare in realtà l’ammiratissima E-tron GT, al CES 2019 resterà in tema col palcoscenico concentrandosi sull’entertainment, ovviamente anzitutto quello di bordo.

La prossima generazione di infotainment promette di essere la più immersiva e connessa. Che siano o no confermate nei prossimi giorni le voci su un accordo con la Disney, promette di garantire ai clienti una transizione semplice e ricca tra smartphone ed automobile in ogni tipo di viaggio. Nelle soste invece l’annunciato Audi Immersive In-Car Entertainment sembrerebbe volerci condurre verso un’edizione da 21° secolo del concetto del drive-in.

La connettività digitale sarà il pilastro anche della presenza BMW, che offrirà ai visitatori del suo stand la possibilità di guidare virtualmente il suo avveniristico prototipo Vision iNEXT, grazie al BMW Intelligent Personal Assistant.

Il concept proporrà un’anticipazione dell’esperienza virtuale e coinvolgente di guidare in modo autonomo, a zero emissioni e connessi in uno spazio appositamente progettato. Il simulatore della BMW Vision iNEXT inserità la modalità Ease interagirà col BMW Intelligent Personal Assistant che controllerà l’itinerario come fa un sistema autonomo di elevato Livello SAE.

Mercedes-Benz presenterà come novità assoluta la CLA al CES 2019: con ogni probabilità avrà anche una versione ibrida plug-in, il tratto più verde della seconda generazione. Gli americani vedranno per la prima volta il SUV EQC ed il concept di mobilità Vision Urbanetic. Il gruppo di Stoccarda promette anche novità sullo sviluppo di sistemi di autonomia nei marchi Daimler che operano nei veicoli commerciali.

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All’imminente CES 2019 Bosch presenterà questo concept di shuttle a guida autonoma (credito immagine: ufficio stampa Robert Bosch Italia)

Di tutti i marchi della tecnologia trattati in questo articolo, probabilmente è la tedesca Bosch ad avere la presenza più costante alla fiera di Las Vegas. Ma nel 2019 più che televisori o frigoriferi si dedica a presentare sorprendenti concept, come lo shuttle autonomo che vedete qui sopra.

In un segmento che fino a poco tempo fa includeva solo startup come Navya, Easy Mile e Local Motors, ora non solo cominciano a misurarsi Volkswagen e Toyota, ma anche i fornitori Tier1. Oltre a Bosch anche altri colossi come ZF e Schaeffler qui avranno chance di scavalcare i loro tradizionali clienti automotive.

Bosch nel suo concept mette i suoi propulsori elettrici integrati con la trasmissione insieme a software per tenere i veicoli sempre connessi e studiati per curare ogni aspetto del mezzo, dal caffè versato sul sedile alla gomma da masticare buttata sul pavimento.

Lo shuttle peraltro Bosch lo vede come un componente di un quadro molto più vasto in cui tutti i veicoli comunicano senza interruzioni tra loro e con l’ambiente in cui si muovono. Così sta lanciando una “centralina universale” realizzata da una startup portoghese che funziona con tutte le tecnologie di  comunicazione V2X (vehicle-to-everything).

La centralina cercherà la migliore tecnologia di trasmissione in base alle esigenze specifiche e passa automaticamente da un’alternativa all’altra tra quelle disponibili: inutile dire che molto più facile sarà un giorno la comunicazione tra auto, autobus e mezzi a due ruote (Bosch è fortissima nelle e-bike) che ne saranno equipaggiati.

L’integrazione dei veicoli connessi sarà un tema in forte sviluppo al CES 2019, non fosse altro perché diventa determinante superare la frammentazione, una frammentazione che le recenti battaglie sui dazi rischiano di amplificare in futuro, con la Cina che potrebbe non condividere protocolli oltre l’imminente 5G.

A Las Vegas peraltro due società specializzate come Valeo, un altro fornitore Tier1, e Autotalks daranno proprio una dimostrazione di comunicazioni flessibili. Il chipset dell’azienda israeliana sarà integrato nella piattaforma telematica per auto del gruppo francese che potrà così in modo fluido spaziare tra sistemi che operano con lo standard DSRC e quelli basati sul C-V2X.


Credito foto di apertura: ufficio stampa BMW Group