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Per arrivare a mezzo milione una sola non basta: seconda fabbrica Hyundai dedicata alle fuel cell

In Corea del Sud Hyundai Mobis si sta attrezzando in grande: per le Hyundai Nexo e Kia Sorento ma anche per chi apre all’idrogeno, dalla logistica alla generazione di elettricità

Hyundai Mobis, la divisione del gruppo coreano che costruisce componenti e ricambi, oggi ha tenuto la cerimonia di posa della prima pietra della sua seconda fabbrica di pile a combustibile, nella città di Chungju. La seconda, appunto. Come dire: per i progetti Hyundai una, sebbene aperta solo lo scorso anno, non basta.

Ma, come se i fatti non fossero sufficienti, il vice presidente Chung Eui-sun oggi ha anche colto l’occasione per formalizzare i piani di sviluppo della tecnologia dell’idrogeno. Il piano a lungo termine è di produrre entro il 2030 mezzo milione di sistemi fuel cell, destinandoli ai due marchi nazionali e con l’obiettivo di scavalcare in modo permanente i rivali asiatici in questo settore.

Quando l’impianto di Chungju sarà completato ed a regime, per il 2022, sarà in grado di fornire 40.000 auto fuel cell, moltiplicando per 13 l’attuale produzione, oggi destinata quasi esclusivamente alla nuova Nexo presentata al CES di Las Vegas.

L’espansione comporta per il gruppo Hyundai Motor e per 124 fornitori grandi e piccoli l’equivalente di $6,7 miliardi di investimenti in ricerca e sviluppo e spese in conto capitale tra oggi e la fine della prossima decade, al termine della quale il programma avrà creato 51.000 nuovi posti.

I coreani puntano ad una posizione rilevante non solo nel settore dell’idrogeno rivolto all’automotive ma a 360°: in effetti vogliono vendere le loro pile a combustibile a settori diversi come la logistica o la generazione di elettricità.

Nella corsa all’innovazione nella mobilità Hyundai Motor sembra contare moltissimo sulle fuel cell, che ha iniziato a produrre in numeri rispettabili fin dal 2013. La Nexo con autonomia di 609 chilometri è un fiore all’occhiello: non a caso lo scorso ottobre durante la visita di stato a Parigi il presidente coreano Moon Jae-in non si è perso una “gita” proprio sul modello ad idrogeno, facendo anche contenti i partner francesi di Air Liquide.

Ma a parte la notizia del futuro impegno nell’idrogeno non sono tempi tranquilli per il gruppo: ha scritto proprio oggi l’agenzia Reuters, che due alti dirigenti del centro ricerca e sviluppo hanno offerto le proprie dimissioni al capo del settore, l’ex-BMW Albert Biermann.

I due sono vittima di un periodo che ha visto vendite contrarsi specie nei decisivi mercati di Cina e Stati Uniti e profitti affondare di due terzi nel terzo trimestre. Gli effetti in borsa sono stati negativi, malgrado l’inizio di una controffensiva basata sul riacquisto di azioni proprie partito a fine novembre. Ora al rilancio finanziario immediato con la seconda  fabbrica Hyundai dedicata alle fuel cell si affianca anche quello industriale, più a medio termine.

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La prima Hyundai alimentata ad idrogeno prodotta in serie dal gruppo coreano è stata la Tucson Fuel Cell. Lo stack era già prodotto nell’impianto di Chungju che ora raddoppia. (Credito foto: ufficio stampa Hyundai Motor Italia)

Credito foto di apertura: blog Hyundai Motor