Al lancio della I-Pace Jaguar “trolla” Tesla: ed è soltanto l’inizio
La casa inglese ha presentato nello stabilimento di Graz il suo primo SUV sportivo elettrico: con quasi 400 cavalli e 480 chilometri di autonomia non teme nessuno
Di una cosa siamo sicuri: se qualcuno pensava che il nuovo mondo della mobilità elettrica fosse interessante solo grazie ad Elon Musk si è sbagliato. Ma è soprattutto grazie a lui se il lancio di una nuova auto elettrica rivale, per il quale di tutti i posti possibili è stata scelta Graz (Austria), rischia di diventare un giorno di cui si parlerà nei libri di storia dell’auto.
Questa sera è stata infatti presentata la versione stradale dell’attesissima Jaguar I-Pace, e in molti ritenevamo che la cosa che premeva di più alla marca inglese fosse soprattutto essere la prima tra le case auto tradizionali a mettere in vendita un SUV performante (con 395 cavalli) ed elettrico (con 480 chilometri di autonomia misurati con ciclo WLTP).
Insomma che il suo obiettivo primario fosse battere sul tempo Audi, Mercedes e tutti gli altri marchi di prestigio che puntano a recuperare il terreno perso su quella Tesla Model X che le ha (in modo non sempre convincente) precedute in questo spazio di mercato.
Questo obiettivo, abbiamo scoperto pochi minuti fa, era solo secondario. In un lancio affidato all’attore Jack Whitehall ed al presentatore di Fully Charged Jonny Smith, Jaguar ha sfruttato ogni spunto che le desse modo di “trollare” Tesla ed il suo geniale e suscettibile numero uno.
Approfittando della sede, lo stabilimento austriaco Magna dove si produce già la Jaguar E-Pace e ora si produrrà l’elettrica le cui consegne inizieranno a luglio, Smith ha esordito passeggiando in mezzo alla linea di produzione robotizzata e dicendo: “I’m in Production Heaven“.
Una battuta mirata proprio all’espressione con cui Musk ha designato l’inferno della produzione di Tesla, che zoppica con le consegne della Model 3. Ed era solo l’antipasto.
Jaguar ha organizzato una gara di accelerazione sulla pista di Città del Messico dove si sta per effettuare una gara di Formula E. Su una I-Pace rossa c’era proprio il pilota Jaguar Mitch Evans: ha sfidato sullo scatto 0-60 (miglia orarie) l’ex-vincitore di Indianapolis Tony Kanaan, al volante di una Tesla Model X 75D.
Ha vinto la Jaguar e, mentre i social media si stavano già riempiendo di improperi alla volta della marca inglese per sfidarla a far misurare la sua nuova elettrica con una più performante Tesla Model X 100D, a Kanaan è stato affidato senza batter ciglio proprio quel modello. A spuntarla è stata ancora la I-Pace.
Nelle prossime settimane Kanaan continuerà a sentirsi chiedere: “ma sulla tua Tesla il Ludicrous Mode era davvero inserito?“. Quale che sia la risposta (e la risposta conta, non ci sono dubbi), Jaguar con questa gara di accelerazione puntava a qualcosa di più che a “trollare” Tesla.
Ha voluto sottolineare che un grande marchio è in grado di fare quello che fa un nuovo arrivato e può farlo meglio. E per replicare ad un genio della comunicazione come Musk ed alle sue auto in viaggio verso Marte, in Jaguar hanno deciso che le maniere forti fossero opportune.
Tra non molto forse i 4″5 sullo 0-60 miglia e i 4″8 sullo 0-100 km/h della I-Pace si trasformeranno in un dettaglio. Ma non lo sarà la reazione di Tesla. E, a seguire, è impensabile che quello che sembra essere cominciato oggi lasci indifferenti altri protagonisti dell’auto come Audi, Mercedes o Porsche.
Finora l’auto elettrica e quella autonoma erano soprattutto investimenti, ricerca. Qualcosa che scalda molto poco la massa, i cuori. Forse sta iniziando invece una “corsa alle armi” per conquistare l’attenzione del pubblico, per il quale l’auto elettrica è ancora spesso un oggetto misterioso.
Le gare di accelerazione sembrano una deviazione imprevista da un percorso razionale e persino, diciamolo, noioso tracciato dai sostenitori storici della mobilità elettrica. Con un po’ di fortuna porteranno ugualmente ad accelerare l’innovazione e forse anche l’ingresso dell’auto elettrica nella quotidianità.
C’è chi pensava che le batterie potessero contribuire a salvare il pianeta e forse un giorno sarà così. Intanto sembra che possano salvare qualche carriera e lanciarne di nuove. E già ora si rivelano una manna per chi ha le competenze necessarie.
La Jaguar sarà anche l’orgoglio inglese, intanto però ha bisogno del know-how della canadese Magna e del suo stabilimento austriaco, dove si fanno anche le BMW e le Ford ibride plug-in.
Del resto sappiamo bene quanto il mondo dell’auto elettrica sia in una fase estremamente dinamica, e la guerra della mobilità elettrica trasformerà per sempre anche le vecchie case. Perché tutto cambia a ritmi incalzanti.
In corso d’opera Jaguar stessa ha dovuto rivedere la “dote” dell’impianto elettrico della I-Pace in modo da presentarsi nelle concessionarie già in condizioni di gestire una ricarica ultra-veloce in grado di ripristinare l’80% della capacità delle batterie da 90 kWh in 45 minuti da una postazione da 100 kW.
Si tratta, lo sappiamo bene, di colonnine che sono ancora solo una piccola, esigua quota dell’intero panorama. Ma è una caratteristica in grado non solo di rendere la I-Pace pronta al futuro ma di blandire potenziali clienti finora ancora molto scettici sulla scomodità della ricarica di batterie così importanti.
Quando era stata presentata, al salone di Los Angeles 2017, le specifiche tecniche indicavano una ricarica rapida all’80% in un’ora e mezza. Non proprio un asso nella manica per vendere un oggetto che in Italia partirà da €79.790, contro i €79.790 dai quali inizia il listino della F-Pace.
Ma Tesla ha dimostrato anche che, difetti o meno, c’è ancora una clientela che è disposta ad innamorarsi, e il concept Jaguar aveva proprio quello che serviva per accenderla.
Il suo designer Ian Callum ha detto stasera: “abbiamo costruito la concept car e ora potete comprarla“. Una concept car diventata qualcosa che è sinceramente limitante “ingessare” nella definizione di SUV sportivo.
Un mezzo spazioso, realmente utilizzabile, che è partito dalla filosofia di Callum disposta a rompere gli schemi. Il tutto certo favorito da un fulcro progettuale: la presenza delle batterie nel pianale, fra i due assi.
La sua cifra estetica fin dalla diffusione delle prime immagini ha convinto. La gestalt di questa Jaguar, la fusione forma-funzione, parte dalle opportunità della propulsione elettrica, che regala la possibilità di mettere persone là dove ci sarebbero elementi della meccanica su un’auto con motore convenzionale.
E la I-Pace ha una postazione avanzata da vettura da competizione anni ’70 che anticipa la voglia Jaguar di non sacrificare la performance nel proprio storico debutto alle prese con le batterie di trazione.
La I-Pace deve dare lo stesso piacere di guida di una F-Type a trazione posteriore, si è sentito dire dai vertici britannici. A spingerla sarà una coppia di motore elettrici a magneti permanenti sincroni, uno su ciascun asse. Si è scelta questa opzione invece del motore ad induzione AC (come sulla Tesla) perché a parità di efficienza assicura un risparmio di peso.
La tradizione lascia spazio all’innovazione dove algoritmi identificheranno le preferenze individuali per regolare consuetudini di guida ed interni preferiti. Anche col ricorso all’assistente virtuale a riconoscimento vocale più famoso, l’Alexa di Amazon.
Alexa, come tutti i sistemi elettronici e telematici di bordo saranno aggiornabili via etere. Chissà, se la Tesla Model X dovesse venire aggiornata per non sfigurare nella prossima gara di accelerazione contro un big cat di Coventry, magari anche i clienti della I-Pace si vedranno subito dopo regalare un aggiornamento con qualche altro cavallo in più…