AUTOMAZIONE

Anche Hyundai Motor si “arrende” all’American Center for Mobility

Il centro prove per veicoli autonomi nato da un’ex-fabbrica di bombardieri conquista la fiducia del gruppo coreano, dopo Ford e Toyota

L’American Center for Mobility è una struttura di sviluppo dei veicoli autonomi nato nel Michigan su iniziativa di centri accademici ed istituzioni locali ad Ypsilanti. Là si trovava il sito produttivo di Willow Run da cui, durante la seconda guerra mondiale, sono usciti migliaia di bombardieri destinati ai teatri di guerra d’Europa e del Pacifico.

E mondiale sembra essere anche il credito che al centro prove del Michigan viene concesso da parte di chi è impegnato nel settore dell’autonomia, perché dopo AT&T, Ford e Toyota adesso anche Hyundai Motor ha annunciato che si unirà ai sostenitori del progetto sborsando $5 milioni attraverso il suo centro ricerche americano, come avevano fatto in precedenza gli altri gruppi automobilistici concorrenti.

Si prevede che il complesso da due milioni di metri quadri possa essere completato a fine 2019. Come avviene nei centri prova già esistenti, ad esempio MCity che ha anch’esso sede proprio in Michigan, o in costruzione come quello italiano di Rovereto, all’American Center for Mobility verranno simulate situazioni di traffico molto variegate.

Ma le dimensioni colossali del sito (che tra l’altro non è lontano dal Hyundai America Technical Center) consentiranno di aggiungere anche situazioni diverse da quelle solitamente urbane attuali, come autostrade e perfino tunnel, per mettere alla prova  le soluzioni a circostanze insolite che gli algoritmi sviluppati per i sistemi saranno in grado di fornire. Oppure per modificarli in modo che siano in grado di dare risposte adeguate.

Hyundai si è detta in particolare interessata a verificare il funzionamento dei propri sistemi di comunicazione basati sulle tecnologie V2X, nelle quali ogni mezzo equipaggiato con i dispositivi appropriati è continuamente in contatto con l’infrastruttura. Una scala di priorità che non è per niente strana se si pensa alla notoriamente eccellente qualità delle telecomunicazioni in Corea del Sud.


Credito foto di apertura: sito internet American Center for Mobility