MOBILITA

Con l’accordo tra Lyft e Ford l’app aggiunge mezzi a guida autonoma alla rete

La società di ride hailing americana continua a collezionare partner e ad espandere la flotta di veicoli autonomi impegnati nei test su strada

Ormai per annunciare un nuovo accordo dove ci sia di mezzo la tecnologia autonoma la soluzione privilegiata è un post su medium.com. Ed è quello che ha fatto stanotte (ieri in America) il top manager di questo settore della Ford Motor Co. Sherif Marakby, per spiegare il fresco partenariato con Lyft.

Pensatela in questo modo: un giorno, quando aprirete l’app Lyft in un momento in cui ci fosse molta richiesta, il software di Ford e Lyft sarà in grado di mandarvi un veicolo senza conducente in modo da farvi arrivare a destinazione il più velocemente e sicuramente possibile“, ha scritto Makraby.

Per riuscirci con maggiore efficienza Lyft e Ford condivideranno informazioni in modo da accelerare il lancio di un servizio commerciale di veicoli senza conducente che la società del ride hailing prevede possibile a partire dal 2021.

Da oggi ad allora i progetti-pilota e le auto nelle strade serviranno a creare piattaforme che siano tecnologicamente compatibili e a definire che genere di infrastrutture siano necessarie per una flotta di questo genere, che nessuno ha mai schierato finora.

Specialmente il tema della compatibilità è una preoccupazione giustificata per una società come Lyft che sta accumulando collaborazioni una dietro l’altra. Oltre a quella con Ford, lavora già con General Motors e con Waymo (la divisione Alphabet che ha raccolto l’eredità del progetto della Google-car).

Al contrario delle rivali Uber e Didi, Lyft non ha però una propria piattaforma con la guida autonoma: collabora con startup come NuTonomy (che effettuano test a Boston) e Drive.ai (già sulle strade di San Francisco). O, come si è visto, con gruppi auto. Gruppi nei quali sappiamo abbiano trovato posto startup diventati centri di ricerca e sviluppo: Ford controlla Argo AI, GM è partner di Cruise Automation e Waymo ovviamente lavora sui sistemi sviluppati dai laboratori di Google.

Una selva di tecnologie e sistemi che non pare fatta per semplificare la vita a chi debba anche solo capire dove siano le auto di una flotta fatta di Ford, Lincoln, Audi, Chrysler guidate da sistemi alternativi. Per integrarsi meglio con i partner, all’inizio di quest’anno Lyft ha lanciato una piattaforma aperta progettata per dare a case auto ed aziende della Silicon Valley accesso ad una rete che gestisce già un quasi un milione di corse di taxi al giorno.

L’accordo tra Lyft e Ford, rispetto agli altri, potrebbe avere prospettive di più lunga durata: se la casa di Dearborn tramite Chariot è al lavoro su servizi alternativi ai mezzi pubblici ma non sembra però intenzionata a lanciare una società che offra corse, che è dove invece sembra voler arrivare prima o poi General Motors, mettendosi in concorrenza con Lyft, Uber & C.

Quale che sia lo sviluppo dei partenariati, riuscire a trovare una quadra per mettere in comunicazione servizi e veicoli di qualunque origine appare l’unica soluzione per mettere le società del ride hailing quali Lyft e rivali in condizione di ridurre i costi (grazie all’assenza di autisti) per proporre la condivisione a basso costo di veicoli come alternativa plausibile alla proprietà dell’auto.


Credito immagine di apertura: ufficio stampa Ford Motor Co.