TECH

Alexa e Amazon in pole position al Gran Premio di Las Vegas

La corsa al mercato della connettività in auto significa ora anche realizzare il migliore e flessibile assistente personale

Il convitato di pietra del recente CES di Las Vegas era Amazon. Alexa, l’assistente virtuale comandato a voce già diventato celebre in America nella versione casalinga presente su Echo (venduto finora in cinque milioni di pezzi), si afferma come prodotto multi-settore. Malgrado Amazon fosse assente alla fiera, negli stand della città del Nevada lo si poteva vedere installato dai frigoriferi ai robot, incluso uno… ballerino.

Ma quello che più ci interessa qui è che in particolare Ford, e ugualmente Volkswagen, hanno fatto ricorso ad Alexa per portare nei propri abitacoli i comandi vocali (inizialmente quelli dei dipendenti nel periodo di sperimentazione). Il che suona piuttosto bene per gli appassionati di gadget avveniristici ma pone anche qualche domanda.

Con tutti gli assistenti personali in versione automobilistica infatti, corriamo il rischio di vedere il ripetersi della parabola dei navigatori. Gadget di lusso inizialmente, sono diventati man mano ubiqui, fino a essere presenti anche sulle piccole auto cittadine teoricamente utilizzate per i percorsi da casa al supermercato, piuttosto raramente soggetti a deviazioni.

Ma i navigatori dei marchi dell’auto, anche di quelli premium, hanno ben presto iniziato a seminare dubbi tra la clientela. Perché ai costi spropositati non si è mai affiancata la rapidità di aggiornamento e la comodità e facilità d’uso delle app di navigazione installate sui telefonini, a cominciare dall’onnipresente Google Maps. Il che spiega perché anche su modelli di alta qualità clienti benestanti preferiscano usare lo smartphone piuttosto che il navigatore pagato a caro prezzo.

Il sito Engadget a Las Vegas notava che proprio grazie ad Alexa l’ultimo super-frigo intelligente LG può dirti, oltre a cosa sta per scadere al suo interno, il meteo o chiamare un taxi. Comodo, ma al prezzo di $4.600 forse la clientela anche benestante arriverà alla stessa conclusione di chi su una berlina tedesca da €80.000 segue i percorsi sullo smartphone. Ovvero meglio comprare un buon frigo tradizionale e aggiungere in cucina un Amazon Echo a meno di $200.

Non è detto che questo succeda pari pari nel mondo dell’automobile: il grande vantaggio di Alexa è che fin dai suoi esordi Amazon si è aperta a lavorare con terze parti, concentrandosi invece sul perfezionamento del riconoscimento vocale e dell’hardware (microfoni anzitutto) per portarlo ad un livello di eccellenza. Quella avviata da Ford è una integrazione così spinta che probabilmente riuscirà a scavalcare questioni di costo, puntando invece sulla comodità del poter gestire casa dall’auto e viceversa. A onor del vero Ford sta anche muovendosi per integrare gli smartphone con i sistemi auto, piuttosto che cercare la concorrenza tra i due.

Le Ford parleranno con Alexa dagli smartphone, mediante un’app connessa a SmartDeviceLink, una piattaforma aperta per lo sviluppo di strumenti di connettività a cui già aderiscono la maggior parte delle case giapponesi e i francesi di PSA. Ford stessa progetta di equipaggiare dieci milioni di veicoli in America e venti nel mondo entro il 2020 con dispositivi di connettività. In sintesi modem integrati nell’auto come da tempo hanno iniziato a prevedere case tedesche e General Motors.

I gruppi rivali di chi adotta Alexa corrono freneticamente per non perdere terreno e sembrano tutt’altro che dormire. A cominciare da Microsoft, che sta collocando il proprio assistente Cortana sulle Nissan, Volvo, Toyota e BMW. General Motors invece avrebbe in corso una collaborazione con la divisione Watson di IBM per sviluppare un assistente da integrare col proprio servizio OnStar. Nel gruppo Daimler, Mercedes-Benz si è già mossa per portare a bordo il Google Assistant.

Anche l’assistente personale del gruppo Alphabet sembra, come la rivale Alexa, ben piazzata per far interagire auto e casa, dove sta prendendo piede Google Home. Ancora da scoprire finora le mosse di Apple, che pure con Siri ci aveva per prima reso familiare la figura di un assistente personale.

La diffusione e la facilità d’uso delle interfaccia vocali, hanno un mercato potenziale davvero interessante, in prospettiva. Proprio la facilità d’uso è una sorta di autostrada verso gli acquisti collegati al dispositivo montato. Amazon, proprio lei, è l’azienda che per anni ha venduto i suoi Kindle sottocosto pur di prendere una posizione dominante sul mercato degli e-book.

L’obiettivo che martella incessantemente nella testa di tutti i protagonisti della tecnologia è certamente che chi attrae il pubblico è in posizione migliore per vendere tutto quello che rientra nella propria filiera: nei mercati in cui questo fosse possibile (ad esempio Londra, in Europa) potete immaginare che Alexa non suggerisca di ordinare la verdura per il minestrone su Amazon Fresh, come priorità?

Per prepararsi a questo scenario tutti si stanno attrezzando: in particolare per la gestione della connettività, visto che l’interazione prevede un continuo scambio di informazioni. Per questioni di sicurezza i sistemi vitali di guida tenderanno ad essere separati, secondo altri come la divisione auto di Google Waymo perfino del tutto offline per la maggior parte del tempo. Invece gli assistenti personali come Cortana o Alexa avranno l’esigenza opposta. Se state pensando che gli uffici progettazione delle case auto passeranno tanto tempo a lavorare sulla connettività quanto un tempo sui motori forse non siete troppo lontani dall’avere indovinato.


Credito foto di apertura: Ford global media website